Visita del Museo
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La crisi economica mondiale iniziata nel 1873 aveva provocato gravi sconvolgimenti sociali nel mondo della terra e dell'industria. Nel distretto ceramico monregalese, dove la manodopera era abbondante e a basso costo, le fabbriche riuscirono a mantenere i bassi prezzi imposti dal mercato. Molte avevano affiancato alla produzione consueta quella di stoviglieria ordinaria e da cucina.
La crisi bancaria del 1887-88 aggravò tale congiuntura, minando il sistema del credito alle imprese. Si inaugurò quindi, per le maggiori fabbriche del distretto – quelle della città – un periodo di fallimenti, dismissioni e vendite, che segnò una frattura nella storia della Vecchia Mondovì. I prodotti di quell'epoca risentono delle circostanze, soprattutto nelle decorazioni, congegnate, con esiti spesso felici, in modo da poter essere realizzate rapidamente e in serie, da personale non specializzato. Al classico transfer print si affianca il ben più rapido uso di timbri di gomma; il compito di comporre i soggetti tradizionali della Vecchia Mondovì o di realizzare “piatti parlanti” viene ora affidato a mascherine o spugne intagliate, che arrivano a sostituire talvolta del tutto il pennello libero.
Vedova Besio e Figli, Mondovì Piandellavalle (1884-1889)
Felice Musso, Carassone Follone (1879-1897)
Benedetto Musso, Carassone Via Nuova (1879-1898)
Lorenzo Beltrandi e Felice Musso, Mondovì Rinchiuso (1884-1898)
Giuseppe, Luigi e Federico Besio, Borgato Curassa (1884-1895)
1887-1900. LA CRISI NELLE FABBRICHE DELLA CITTÀ
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