Visita del Museo
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Questa nobile tecnica, affidata in genere a manodopera femminile, utilizzava colori preparati in fabbrica, composti da ossidi minerali o metallici polverizzati e corretti in sostanze fondenti come i silicati e gli alluminati. I pigmenti derivavano dall'impiego dei vari ossidi: dal ferro si ottenevano tonalità differenti di rosso e di bruno, dal cobalto il blu intenso, dal cromo i verdi, dal rame una gamma di verdi-turchesi, dal manganese bruni e violetti, dall'antimonio i gialli. Ogni fabbrica custodiva gelosamente le ricette di composizione dei colori, frutto di reiterate e costose prove.
Le mani svelte ed esperte delle decoratrici eseguivano a pennello soggetti di grande immediatezza espressiva. Tra i temi più diffusi troviamo i noti galletti di ascendenza francese, dotati di sontuose code, variopinti uccelli, fiori disposti singolarmente o in mazzo, paesaggi campiti in bianco e blu eredi della raffinata tradizione ligure.
Il lavoro dei pittori era spesso completato dall'operazione di filettatura, che consisteva nel tracciare fili o fasce – filetti – sul corpo del manufatto; l'esecuzione avveniva con l'ausilio del tornio o, per le forme più articolate, a mano libera.
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