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POLVERE DI STELLE Seconda edizione 2016
24-08-2016

POLVERE DI STELLE Seconda edizione 2016

At the Still Point of the Turning World

La ceramica contemporanea di

Carla Accardi, Elisabetta Di Maggio, Hilario Isola, Franco Vimercati, Ai Weiwei

 

10 settembre 2016 – 8 gennaio 2017

Museo della Ceramica di Mondovì

Circolo Sociale di Lettura di Mondovì Piazza



Dal 10 settembre 2016 all’8 gennaio 2017 il Museo della Ceramica di Mondovì e il Circolo Sociale di Lettura di Mondovì Piazza presentano la seconda edizione di Polvere di stelle, la rassegna biennale a cura di Chiara Bertola con Christiana Fissore dedicata allo sguardo degli artisti contemporanei sulla ceramica.

Dopo il successo del primo appuntamento nel 2014 – con le installazioni di Céleste Boursier Mougenot e Matteo Rubbi – la seconda edizione sarà incentrata sulla mostra At the Still Point of the Turning World(il punto fermo di un mondo che gira), con opere di Carla Accardi, Franco Vimercati, Ai Weiwei e installazioni site-specific di Elisabetta Di Maggio e Hilario Isola.

La mostra è organizzata dalla Fondazione Museo della Ceramica, grazie al finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, in collaborazione con il Circolo Sociale di Lettura di Mondovì Piazza e si avvale del patrocino del Comune di Mondovì.

La rassegna Polvere di Stelle nasce anche dalla collaborazione con la Fondazione Querini Stampalia di Venezia, per la quale Chiara Bertola ha ideato, a partire dal 2004, il progetto di arte contemporanea Conservare il futuro, che invita gli artisti a riflettere sul confine della memoria tra passato e presente.

Il titolo – Polvere di Stelle – allude alla materia più basilare di cui è costituita la ceramica: tocchiamo e pensiamo la sua fragile superficie e ci ritroviamo a percorrere una storia di argille, sabbia, quarzo e pigmenti. Tutta polvere, fuoco e acqua. Ma la visione degli artisti riesce a trasformare e portare la polvere in un cammino vicino alle stelle, a fargli fare un volo visionario mai immaginato prima, come una mongolfiera o la traiettoria di una stella.

 

LA MOSTRA

At the Still Point of the Turning World 

La seconda edizione di Polvere di stelle prende la forma di una mostra collettiva di artisti italiani e internazionali che si muovono all’interno del vasto territorio della ceramica utilizzando i diversi linguaggi contemporanei: la fotografia, il video, il suono e naturalmente la ceramica stessa.

Nelle sale del Museo della Ceramica di Mondovì, tra le vetrine in cui è esposta la collezione storica, s’inseriranno le nuove porcellane di Elisabetta Di Maggio, pensate appositamente per Polvere di Stelle e per il Museo della Ceramica, e saranno presentate al pubblico le porcellane dell’artista cinese Ai Weiwei relazionate con il tragico terremoto del 2008 a Sichuan, in Cina.

La mostra si estende anche nelle vicinissime sale, recentemente restaurate, del Palazzo del Governatore, sede del Circolo Sociale di Lettura di Mondovì Piazza: qui alcune delle più importanti opere di ceramica della grande artista italiana Carla Accardi, recentemente scomparsa, una serie di fotografie dal “ciclo della zuppiera” di Franco Vimercati e l’installazione-proiezione interattiva I Mani di Hilario Isola riformulata in ceramica appositamente per questo progetto.

At the still point of the turning world (Il punto fermo di un mondo che gira) è un verso tratto dal primo dei Quattro quartetti di T.S. Eliot.

Con il passare del tempo la vita sembra diventare sempre più precaria, fluida, instabile, rendendoci difficile distinguere tra realtà e finzione. Tuttavia, talvolta si riesce a intuire, all’interno di questo flusso, qualcosa che conduce alla scoperta di una struttura residua di “essere”, qualcosa di duraturo, resistente alla vacuità delle vicende dell’esistenza. Per chi vive in modo attento, T.S. Eliot parla appunto del “punto fermo di un mondo che gira” e della sua manifestazione. Una volta stabilito un contatto con l’essenza delle cose, una volta toccata la ragione profonda di ogni essere, è possibile riuscire ad abbracciare l’eternità.

Le opere che formano il percorso espositivo riflettono sulla transitorietà delle cose, mettendone in luce la fragilità e la vulnerabilità, ma anche, soprattutto, la loro bellezza e la “persistenza” di una possibilità di senso che attraversa il tempo.

La mostra mette al centro un omaggio alla grande artista Carla Accardi, recentemente scomparsa, e a Franco Vimercati, ospitati nelle sale del Circolo Sociale di Lettura di Mondovì Piazza.

Della Accardi vengono presentate due sculture in ceramica policroma: i Coni e le Ricomposte tinte. Ogni elemento di questi ambienti costituisce un modo diverso di declinare quel suo inconfondibile linguaggio e quella sua incessante voglia di sperimentare materiali e volumi. Le opere in ceramica esposte mettono in evidenza la fisicità del dialogo tra segno, volume e spazio, aspetto peculiare nel lavoro della Accardi per uscire dalla gabbia della pittura. 

La fotografia di Franco Vimercati è fatta di immagini semplici, oggetti della vita quotidiana ripresi singolarmente, in modo rigorosamente frontale. Per dieci anni – dal 1983 al 1992 – Vimercati si concentra su una piccola “zuppiera”, fotografandola con un’illuminazione prima più chiara, poi più scura, ruotandola, avvicinandola, quindi allontanandola di poco. Vimercati fotografa e rifotografa la zuppiera 99 volte per dieci anni per riuscire a cogliere la sua essenza. Lo stesso Vimercati, in un’intervista del 1997, dice: “Ogni fotografia era la testimonianza di un lavoro, dei tempi d’esposizione, dello sviluppo della pellicola, della stampa. Avrei potuto cambiare soggetto ma, siccome non m’interessano i soggetti, ho continuato per dieci anni a fotografare la stessa cosa”. Il nucleo portante della sua ricerca è il senso dell’arte, che attraverso un’indagine purissima è in grado di raggiungere l’essenza dei fenomeni. 

Il tempo è, invece, la materia fondamentale di cui sono tessute le opere dell’artista Elisabetta Di Maggio che abitano le sale del Museo della Ceramica. Quando l'artista, con ossessiva precisione, ritaglia e modella il tempo che passa nei fori del suo fragile lavoro di porcellana, regolando l'andamento di giorni e mesi, in realtà ha ritagliato e plasmato lo spazio capace di imbrigliare la “fragile” percezione del proprio essere. Al verso di Eliot fanno eco le parole di Elisabetta quando dice "Questo eterno 'indaffararsi' dell'uomo è in realtà così fragile e tragicamente inutile… in fondo il mio lavoro è frutto di un tempo lunghissimo di realizzazione, che può distruggersi in un attimo…” un lavoro che diventa fortissimo perché sulla fragilità e apparente inutilità costruisce il senso e il perno dell’esistenza.

Per Polvere di Stelle l’artista presenta un nuovo progetto che prende spunto dalla quotidianità e si concentra sugli oggetti, creando una relazione tra quelli della ceramica tradizionale e quelli domestici, trasformati. Il titolo dell’installazione principale del suo progetto At the still point of the turning world – una instabile architettura di tazze di porcellana accatastate l’una sopra l’altra, con i decori che sembrano scappare dalla loro superficie per trovare spazio sui muri delle sale, ha dato il nome alla mostra di questa edizione di Polvere di stelle

Nell’opera dell’artista cinese Ai Weiwei la porcellana viene affrontata non solo come materia ma anche come condizione di fragilità, dispositivo concettuale, eredità culturale da ripercorrere e aprire all’interno di un’esperienza più ampia: la tradizione, il paesaggio, la decorazione e la produzione. Mischiata insieme alle altre ceramiche storiche in una teca del Museo, l’opera di Ai Weiwei, Porcelain Rebar, quasi mimetizzata, cela la tragica ragione della sua origine. Si tratta di una riproduzione in porcellana dei tondini di ferro estratti dalle macerie di una delle venti scuole rase al suolo dal terremoto del maggio 2008, che ha colpito la provincia cinese del Sichuan. L’origine di quest’opera è un’immensa installazione composta da duecento tonnellate di tondini di ferro raccolti, raddrizzati a mano uno per uno e ammassati con pazienza dall’artista e i suoi assistenti. Straight (2008-2012) è un omaggio alle oltre cinquemila vittime, perlopiù bambini, di quella tragedia causata dal crollo di edifici scolastici costruiti al risparmio da una classe politica corrotta.

Le sale del Circolo Sociale di Lettura di Mondovì Piazza, infine, ospitano I Mani di Hilario Isola, un’opera fatta di ceramica luce e ombra, di materia e di vuoto. Lo spettatore eÌ? invitato a interagire con l’opera e a diventarne parte: nel momento in cui la sua mano impugna una piccola scultura di ceramica raffigurante un grappolo d’uva, l’ombra della scultura stessa proiettata sul muro si completa assumendo le sembianze di un profilo umano. L’ombra e l’espressione del profilo cambierà a seconda della forma della mano di chi tocca: ogni mano eÌ? unica, plasmata dai geni dei nostri antenati, i “Mani”. Spremere un grappolo d’uva, toccare una scultura, giocare con l’ombra sono azioni primordiali e antiche che possono riportare a una dimensione più vera di contatto con la materia antica e ancestrale della natura.

 

I LUOGHI

IL MUSEO DELLA CERAMICA 

Il Museo, ospitato nel settecentesco Palazzo Fauzone di Germagnano, prestigiosa residenza nobiliare situata nel cuore di Mondovì Piazza, espone oltre seicento ceramiche, memoria del distretto industriale monregalese della ceramica, la cui avventura inizia in età napoleonica e si esaurisce alla fine degli anni Settanta del Novecento.

La produzione della terraglia (un genere di ceramica a corpo bianco, d'impasto fine), materiale innovativo della rivoluzione industriale usato per stoviglie a costi contenuti, segna nell'Ottocento e nel Novecento la cultura e l'economia locali, connotandosi attraverso simboli visivi inconfondibili tra cui il galletto dalla coda variopinta e vivaci decorazioni a spugna intagliata.

Le ceramiche, testimonianza di questa vicenda artigianale, industriale e artistica, provengono, dalla collezione di Marco Levi (1910-2001), ideatore e fondatore del Museo, imprenditore della ceramica, collezionista entusiasta e instancabile, ultimo esponente della plurisecolare comunità israelitica di Mondovì, proprietario e direttore di una delle più importanti industrie monregalesi del Novecento: la Ceramica Besio. A questa si aggiunge la ricca collezione di Carlo Baggioli, da Levi acquistata sul finire del Novecento e donata al Museo.

Visitare il Museo significa ripercorrere le tecniche produttive e i filoni decorativi che si sono succeduti nel corso di quasi due secoli, anche attraverso l’ausilio di due installazioni multimediali, ideate dal collettivo di Studio Azzurro, che consentono l’interazione del pubblico con le fasi della produzione e le varie forme e decori della tradizione ceramica monregalese.

La prima installazione introduce il visitatore alle diverse fasi di lavorazione della terraglia, in un’atmosfera che evoca l’interno di una fabbrica. Seguono le sale dedicate alla storia del distretto ceramico, alle ceramiche romane, medioevali e post-medioevali, alle tracce della primissima produzione secondo i modelli “creamware” dell'inglese Wedgwood, una ceramica caratterizzata dal particolare colore crema.

La visita si snoda poi attraverso le tecniche della foggiatura e della decorazione caratteristiche della ceramica locale: pittura a pennello, tamponatura "a velo" o "a merletto", transfer print, foggiatura con parti a rilievo, decorazione a stampino, mascherina e aerografo.

Il secondo piano è dedicato alla storia del distretto monregalese. La sala multimediale che fa da centro ideale all'esposizione testimonia il successo della terraglia locale, capace di creare servizi da tavola secondo gusti legati ai diversi contesti sociali o geografici. Qui il visitatore, scegliendo e appoggiando un manufatto ceramico su una mensa virtuale, da vita ad otto tavole che si apparecchiano da sé, con gesti densi di poesia, semplici e quotidiani.

Al Novecento sono dedicate le ultime due sale con riferimenti alle diverse fabbriche e all’influenza delle correnti artistiche europee della prima metà del secolo: Liberty, Art Déco, Futurismo e design industriale.

Nelle sale del Museo, promosso e gestito dalla Fondazione Museo della Ceramica Vecchia Mondovì e sostenuto dal Comune di Mondovì, rivive la storia di un’intensa attività che ha lasciato tracce profonde nel territorio e nella memoria collettiva, ben oltre i confini locali.

A partire da giugno 2014 la visita al Museo si arricchisce di una tappa importante: all’interno del percorso museale il pubblico può infatti visitare "UP", l'unità produttiva attrezzata per realizzare tutte le fasi della lavorazione, che si propone come sede ideale per rilanciare e rivisitare la storicaproduzione del distretto monregalese e come luogo di sperimentazione e di confronto aperto ad artistie designer contemporanei cultori dell’arte ceramica. L’unità produttiva è adesso messa anche a disposizione degli artisti contemporanei per produrre nuovi lavori all’interno di una continua sperimentazione.

 

Per informazioni e visite guidate per gruppi organizzati:

Ufficio turistico:

T. 0174.74553069  turistico@comune.mondovi.cn.it

info@museoceramicamondovi.it

http://www.museoceamicamondovi.it/

 

IL CIRCOLO SOCIALE DI LETTURA DI MONDOVI’ PIAZZA 

Il Circolo Sociale di Lettura di Mondovì Piazza ha sede all’interno del “Palazzo del Governatore”, edificio dalla lunga storia, il cui primo nucleo su piazza Maggiore risale alla fine del dodicesimo secolo. Ampliato nel quindicesimo secolo, solo nel 1827 viene dotato di un ampio salone al primo piano. Nel 1876 viene ceduto dal Comune al “Gabinetto di Piazza”, un gruppo di cittadini dell’élite locale. Poco dopo, nel 1830, viene fondata, con statuto apposito, la Società del Casino di Mondovì Piazza, poi diventata “Circolo di Lettura”, che si insediò in seguito all’interno del Palazzo. Nel 1930, in previsione della festa del centenario della fondazione del Circolo, furono eseguiti lavori di ripulitura e abbellimento del salone. Infine, nel 2003 è iniziato il restauro della facciata su piazza Maggiore, con interventi di manutenzione straordinaria e di sistemazione degli impianti al primo piano. 

 

SCHEDA TECNICA DELLA MOSTRA

Titolo:

Polvere di stelle

Seconda edizione 2016 

At the Still Point of the Turning World

La ceramica contemporanea di Carla Accardi, Elisabetta Di Maggio, Hilario Isola, Franco Vimercati, Ai Weiwei 

Sedi:

Museo della Ceramica di Mondovì

Palazzo Fauzone di Germagnano

Piazza Maggiore, 1

12084 Mondovì (CN)

 

Circolo Sociale di Lettura di Mondovì Piazza

Palazzo del Governatore

Piazza Maggiore

12084 Mondovì (CN) 

 

Periodo:

10 settembre 2016 – 8 gennaio 2017 

Orari:

venerdì e sabato: ore 15-18

Domenica: ore 10-18

 

Promotore:

Fondazione Museo della Ceramica Vecchia Mondovì onlus

In collaborazione con:

Circolo Sociale di Lettura di Mondovì Piazza 

Con il sostegno di:

Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo

Con il patrocinio di:

Comune di Mondovì

Con la partecipazione di:

Industrial Tecnica

Banca di Credito Cooperativo di Pianfei e Rocca de' Baldi

Banco Azzoaglio

Silvateam

Uno speciale ringraziamento a:

Archivio Franco Vimercati

Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana

Galleria Enrico Astuni Bologna

Galleria Raffaella Cortese Milano

Guido Costa Projects Torino

Laura Bulian Gallery Milano

Catalogo:

Silvana Editoriale

 

Prenotazioni per scuole:

333 6490607 (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12)

museodellaceramica.didattica@yahoo.it

Prenotazioni visite guidate e gruppi:

0174/40389

turistico@comune.mondovi.cn.it

info@museoceramicamondovi.it

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