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Dalla fabbrica alla tavola: il commercio
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Sala 9 - Dalla fabbrica alla tavola: il commercio

Nella prima metà del XIX secolo i fabbricanti del distretto ceramico monregalese  utilizzavano per lo smercio dei loro prodotti una capillare rete di ciapasè (venditori ambulanti di ciap, ossia di articoli di terracotta), che, a piedi o con i loro piccoli carri, battevano mercati e fiere: in primo luogo il basso Piemonte, la Liguria e la Francia del sud, terra della tradizionale emigrazione stagionale cuneese. La clientela era quella degli operai, dei contadini e dei piccoli artigiani.
Le nuove grandi fabbriche della metà del secolo affiancarono ai ciapasè un ventaglio di negozi nei principali centri commerciali tra Piemonte e Liguria. Parallelamente il mercato della ceramica monregalese si stabilizzò in Lombardia, Toscana, Sud Italia e isole, e conquistò alcune aree circoscritte del vicino e del Medio Oriente, del Nord Africa e dell'America meridionale e centrale, per le quali si realizzavano talvolta prodotti specifici. Negli anni Trenta la Richard-Ginori compì forti investimenti in pubblicità mirata al mercato italiano e delle colonie.
Nel secondo dopoguerra le fabbriche monregalesi dovettero affrontare una concorrenza nazionale fattasi agguerrita. Negli anni '50 la produzione era assorbita soprattutto dai grandi magazzini, mentre nel decennio successivo la domanda di pezzi in stile Vecchia Mondovì risultava ormai insufficiente a sostenere l'apparato industriale locale.

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